giovedì 5 dicembre 2013

martedì 22 ottobre 2013

DAL 2006....

Nel post precendete dicevo che e' dal 2006 che non vedevo piu' questi scritti ed e' vero ma mi riferivo scritti che avevo lasciato in un'altro blog che trovate a questo indirizzo:

http://nonamenotime.blogspot.it/

e alla quale non riesco piu ad accedere per modificare/aggiungre contenuti.

dopo otto anni...

SONO TORNATO

E' dal 2006 che non scrivo e non rivedevo più 
questi scritti che avevo lasciato. 
Cosa e' cambiato dal 2006?
Beh direi poca cosa. per non dire nulla. 
Il rischio e' di continuare così fino ai 65 
anni(se ci si arriva ovviamente)
andare in pensione, forse percepire il 
pensionamento economico(visti i tempi), 
e questo sarebbe l'unico cambiamento vero
in tutta una vita. 
Poi si muore. 
Mi ricorda il detto che si sentiva qualche 
decennio fa' quando,secondo me',eravamo un po' 
meno paralizzatida un sistema da cui dipendiamo
completamente
il detto diceva: Lavora, produci, consuma e 
muori. Che bella prospettiva. 
D'altra parte quali alternative possiamo 
sperare di vivere? me lo chiedo ora come nel 
2006...

E' anzi una fortuna poter:"lavorare produrre 
consumare e morire"
...almeno e' quello che sento più spesso dire 
da tutti. 
Il problema e' quando arrivi a un momento in 
cui davvero non ce la fai piu' a stare dentro 
tutto cio'.A sentirti completamente dipendente 
da un sistema che non puoi evitare ma che non 
sopporti. 
Ogni tanto si sente di qualcuno che ci ha 
provato.
Quello che e' andato a vivere in campagna, 
e e' riuscito a svoltare vivendo di un 
pezzettino di terra. 
ma staccarsi completamente per noi e' quasi 
impossibile, basta pensare alla fruizione di 
energia,elettrica e termica. 
Non e' pensabile di vivere illuminando la sera 
solo con delle candele. 
Ci vorrebbe un coraggio enorme per fare una 
scelta del genere. 
Romantica certo... 
ma ci basterebbe? 
Io credo di no, non per me almeno.
Il massimo che si puo' ottenere ma mai 
senza un capitale iniziale potrebbe essere 
una vita di campagna con pannelli solari che 
riescano se non a sostituire comunque a piu' 
che dimezzare i costi in termini di energia, 
avere la possibilità di coltivare anche solo 
un piccolo orticello che soddisfi le esigenze
familiari, e cominciare a imparare a usare 
le proprie mani. 
A riscoprire il "fare da se". Se pensiamo a 
quali sono i bisogni essenziali infondo gia' 
si dimezzano i costi. 
Se i tuoi bisogni sono scaldarti d'inverno, 
coprirsi e non piu' abbigliarsi(oggi solo con 
quello che la massa scarta ci si puo' vestire 
dignitosamente e questo ve lo dico per esperienza personale) il cibo....
un tetto sulla testa.
A me non serve altro. 

giovedì 19 gennaio 2012

anarchia

Anarchia e violenza1
Di Errico Malatesta
Anarchia vuol dire non-violenza, non-dominio dell’uomo sull’uomo, nonimposizione
per forza della volontà di uno o di più su quella di altri.
È solo mediante l’armonizzazione degli interessi, mediante la cooperazione
volontaria, con l’amore, il rispetto, la reciproca tolleranza, è solo colla
persuasione, l’esempio, il contagio e il vantaggio mutuo della benevolenza che
può e deve trionfare l’anarchia, cioè una società di fratelli liberamente solidali,
che assicuri a tutti la massima libertà, il massimo sviluppo, il massimo
benessere possibili.
Vi sono certamente altri uomini, altri partiti, altre scuole tanto sinceramente
devoti al bene generale quanto possono esserlo i migliori tra noi. Ma ciò che
distingue gli anarchici da tutti gli altri è appunto l’orrore della violenza, il
desiderio e il proposito di eliminare la violenza, cioè la forza materiale, dalle
competenze tra gli uomini.
Si potrebbe dire perciò che l’idea specifica che distingue gli anarchici è
l’abolizione del gendarme, l’esclusione dai fattori sociali della regola imposta
mediante la forza, brutale, legale o illegale che sia.
Ma allora, si potrà domandare, perché nella lotta attuale, contro le istituzioni
politico-sociali, che giudicano oppressive, gli anarchici hanno predicato e
praticato, e predicano e praticano, quando possono, l’uso dei mezzi violenti che
pur sono in evidente contraddizione coi fini loro? E questo al punto che, in certi
momenti, molti avversari in buona fede han creduto, e tutti quelli in mala fede.
han finto di credere, che il carattere specifico dell’anarchismo fosse proprio la
violenza?
La domanda può sembrare imbarazzante, ma vi si può rispondere in poche
parole. Gli è che perché due vivano in pace bisogna che tutti e due vogliano la
pace; ché se uno dei due si ostina a volere colla forza obbligare l’altro a lavorare
per lui e a servirlo, l’altro se vuoI conservare dignità di uomo e non essere
ridotto alla più abbietta schiavitù, malgrado tutto il suo amore per la pace e il
buon accordo. sarà ben obbligato a resistere alla forza con mezzi adeguati.

giovedì 5 gennaio 2012

IvanBlogg


Blog di Ivan.

Questo vuole essere un mio spazio dove inserire pensieri, intuizioni, interessi ecc ecc

Per dare subito l'idea delle cose di cui mi piacerebbe scrivere, condividere vorrei postare per iniziare un video che ho trovato molto interessante. L'ho visto parecchi anni fa per la prima volta e devo dire che finalmente qualcuno aveva elaborato in forma di video tutte quelle idee, appunto,intuizioni e spesso anche certezze che sin dalla piu' tenera eta' pensavo e/o intuivo ecc ecc.

Se vi interessa la forma della scrittura, e quindi gli errori ortografici o i congiuntivi andate a leggere da un'altra parte.

Se aderite a una qualche religione organizzata, qualsiasi essa sia, sappiate che io non credo di avere in mano nessuna verita' assoluta ovviamente.
Quindi anche se mi definisco Ateo, non sono in grado di credere ne' che dio esiste ma nemmeno che non esiste.

Proprio per questo fuggo da chi dice di avere la verita' in mano. Siano essi cattolici, musulmani, ecc ecc ecc
ma voglio cmq avere rispetto per tutti.

Se qualcuno si sentira' offeso in qualsisi modo dalle cose che postero' sappia che non voglio in nessun caso giudicare nessuno e non mi sento piu' o meno intelligente,aperto,nel giusto di nessun'altro.

Il video:

ZIETGEIST